Gestione del paziente cronico: PNRR
Gestione del paziente cronico: PNRR

Gestione del paziente cronico: PNRR

La pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici

La pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici.

Il Covid19 ha reso evidenti alcuni aspetti critici di natura strutturale, che in prospettiva potrebbero essere aggravati dall’accresciuta domanda di cure derivante dalle tendenze demografiche, epidemiologiche e sociali in atto.

Il Legislatore al fine di colmare i divari territoriali nell'erogazione dei servizi sanitari, contrastare le significative disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, realizzare un’adeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali, riducendo i tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni, ha elaborato il punto SALUTE del Piano Resilienza e Resistenza: un capitolo ad hoc per la Salute del valore di 15,63 miliardi di Euro che il Premier Draghi ha presentato a Bruxelles.

Il Piano sulla Salute è all'interno del PNRR globale italiano che, a sua volta, si inserisce all'interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall'Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, che per l'Italia prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, divisi in 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro di prestiti e finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza.

L’obiettivo del Piano Salute è quello di "rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure”.

Il Piano investe quindi nell'assistenza di prossimità diffusa sul territorio attraverso l’attivazione di 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Potenziando, quindi, l'assistenza domiciliare, per raggiungere il 10% della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l'assistenza remota, con l'attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.

La missione sulla Salute si articola in due macro componenti:

  • Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale: gli interventi di questa componente intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN: le misure incluse in questa componente consentiranno il rinnovamento e l'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi.

Il ruolo fondamentale e riconosciuto delle Farmacie nella cd. Filiera della Salute appare rientrare a pieno titolo nel punto a): la Farmacia come struttura intermedia per eccellenza che garantisce cure, continuità e prossimità.

Infatti, le farmacie sono richiamate esplicitamente come perno della strategia di potenziamento delle Aree interne, che, "distribuite da Nord a Sud, coprono circa tre quinti dell'intero territorio nazionale".

In particolare, nel testo, si prevedono Interventi speciali per la coesione territoriale (Investimento 1.1: Strategia nazionale per le aree interne) e all'interno di questo ambito il supporto del PNRR si articola, come linee di intervento, nel "Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità e nei Servizi sanitari di prossimità".

Punto focale è il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti, che mira a renderle strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali, per coprire maggiormente la gamma di servizi sanitari offerta alla popolazione di queste aree.

Per render ciò possibile si prevede l'assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell'adeguamento delle farmacie per accrescere il ruolo di erogatori di servizi sanitari nel seguente modo:

  • partecipando al servizio integrato di assistenza domiciliare;
  • fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico- terapeutici previsti per patologie specifiche;
  • erogando farmaci che il paziente ora deve a ritirare in ospedale;
  • monitorando pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico.

Nella relazione illustrativa al DL Sostegni si “ritiene, pertanto, indispensabile, al fine di rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Servizio Sanitario Nazionale alle patologie infettive emergenti e ad altre emergenze sanitarie, nonché per l’attività di somministrazione di vaccini contro il Covid, prevedere l’introduzione, in via sperimentale per gli anni 2021 e 2022, di una remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di SSN, nei limiti dell’importo pari a 50 milioni di euro per l’anno 2021, tenuto conto che la sperimentazione presumibilmente inizierà a partire dal 1° settembre 2021, e a 150 milioni di euro per l’anno 2022, da adottarsi con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni.


Si introduce un nuovo modello di farmacia che, oltre al farmaco, “assicura ai cittadini una serie di prestazioni aggiuntive. Infatti, la farmacia anche durante l’emergenza Covid ha svolto una importante assistenza, sia per l’esecuzione di test sierologici e tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di Sars-Cov-2 che per la somministrazione di vaccini, tenuto conto anche delle recenti iniziative attuate nei Paesi appartenenti all'Unione Europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni da Sars-Cov-2. Queste disposizioni hanno lo scopo, quindi, di passare da un sistema di remunerazione fondato sulla scontistica sul prezzo ad una remunerazione che valorizza la funzione.

Nel Dl Sostegni c’è un cambio di rotta: si vuole finalmente investire nelle Farmacie come parte essenziale del processo di assistenza e cura del paziente.

Oltre al ruolo del Farmacista è stata riconosciuta ufficialmente per la prima volta la difficoltà economica delle farmacie dovuta a una spesa farmaceutica convenzionata caratterizzata da interventi e scelte che hanno portato, in ultima analisi, a una forte compressione della redditività delle attività svolte in regime convenzionato con il SSN. Infatti, è stata registrata una diminuzione di oltre il 30% della convenzionata in 10 anni, a fronte di una spesa per acquisti diretti che ormai ha superato le cifre della convenzionata.

Ci si muove allora verso una remunerazione nuova che valorizza l'aspetto professionale del Farmacista: è stato riconosciuto un apporto di risorse pari a 200 milioni per il 2021-2022 come quota aggiuntiva sui farmaci SSN.

Di qualche giorno fa la proposta di legge del Ministro Carfagna di destinare importanti quote di finanziamento pubblico a favore delle farmacie ubicate nei Comuni con meno di 3mila abitanti (cd. Rurali) affinché possano implementare i servizi essenziali per la popolazione delle aree interne.

In buona sostanza la proposta prevede che per ogni investimento privato di 10 euro, la farmacia potrà ricevere 20 euro di investimento pubblico, attingendo alle risorse del Piano nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR)  che andranno propria a favore di queste farmacie.
Infatti sono 150 i milioni destinati alle farmacie rurali sussidiate dal Recovery plan.

Ne dovrebbe beneficiare la metà circa delle 4mila farmacie che assicurano l’assistenza nei comuni sotto i tremila abitanti, ognuna delle quali riceverà un finanziamento da utilizzare per investimenti nei servizi sanitari alle comunità.

In particolare, le pagine che illustrano gli interventi a sostegno delle farmacie rurali nell’ambito della strategia per le aree interne aggiungono nuovi dettagli sulle misure programmate dal governo. Per cominciare, la quantificazione dei finanziamenti: sul piatto ci saranno 150 milioni, 100 dall’Europa e altri 50 dai privati, ossia gli stessi titolari di farmacia.

Il Piano elenca in dettaglio gli interventi, per la quantificazione economica dei quali ha collaborato Federfarma nazionale: 23mila euro a farmacia per la riorganizzazione dell’area dedicata alla dispensazione dei farmaci («drug dispensing area»), 780 euro per l’acquisto di attrezzature, 1.500 euro per la formazione dei collaboratori, 1.800 euro per l’acquisto di software, 18mila euro per l’allestimento di postazioni di teleconsulto («Workstation for taking charge of the patient»), 11mila euro per il noleggio di device vari, 16.500 euro per la realizzazione di spazi dove organizzare i servizi diagnostici. Una somma di 72 mila euro per esercizio, come cifra media.

Le farmacie rurali aiutate finanziariamente con un fatturato sopra i 600mila euro riceveranno un finanziamento procapite di quasi 94mila euro, per le altre le risorse si fermeranno a 63.500 euro.

In buona sostanza le farmacie sono state raggruppate in 2 gruppi di fatturato basandosi su 3 pilastri:

a) Dispensazione del farmaco;

b) Presa in carico del paziente cronico

c) Telemedicina.

Fascia 1, da 0 a 600.000 €

Fascia 2, da 600.000 a 1.500.000 €

Per la Dispensazione del farmaco, il progetto prevede «la riorganizzazione delle aree di ricevimento delle prescrizioni, anche con un nuovo hardware e la formazione»: Per ogni farmacia del Gruppo 1 è previsto, nel triennio, un massimo di investimento tra pubblico e privato di 21mila €. Mentre per le Farmacie del Gruppo 2, un massimo di 32,4 mila €.

Per il pilastro Presa in carico del paziente cronico, si parla di «postazione attrezzata dedicata, nuovo hardware e software e di formazione». Per il primo gruppo di farmacie, l’investimento massimo previsto è di 17,4 mila €, mentre per le farmacie appartenenti al gruppo 2, l’investimento massimo è di 28mila €.

Infine, per quanto riguarda il terzo pilastro, Telemedicina, il tipo di intervento riguarda il noleggio o l’acquisto di strumentazioni e la creazione o adeguamento dell’area servizi. L’investimento in questo caso, per il primo gruppo è di 24,9 mila € e per il secondo di 33,5 mila €.


Questi interventi serviranno a fornire alle duemila farmacie strumenti e spazi con cui portare i servizi sanitari il più vicino possibile agli italiani che vivono nelle aree interne.

Il Recovery plan cita testualmente la partecipazione «ai servizi di assistenza domiciliare integrata», l’erogazione di «prestazioni di secondo livello in coerenza con i percorsi diagnostico-terapeutici previsti per patologie specifiche», assicurare il monitoraggio del paziente attraverso la cartella clinica elettronica e il dossier farmaceutico e «dispensare i farmaci che oggi il paziente è costretto a ritirare in ospedale».

Per il Piano questi interventi aiuteranno a «decongestionare in modo consistente gli ospedali (soprattutto per quanto riguarda i pronto soccorso) e ottimizzare l’erogazione dei servizi di primo e secondo livello», rafforzare la rete sanitaria locale con la «possibilità di interconnessione digitale e condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici, facilitare l’accesso al SSN e al farmaco.

Infine il capitolo riguardante il finanziamento che dovrà arrivare dagli stessi farmacisti titolari: infatti, come sopra esposto, entro il quarto trimestre 2021, l’Agenzia per la coesione territoriale lancerà un bando di gara riservato alle farmacie dei comuni con meno di 3.000 abitanti; per partecipare e accedere al finanziamento (valore complessivo di 50 milioni di euro, che la Banca d’Italia erogherà in parte a fondo perduto e in parte a fondo agevolato): però occorrerà presentare un progetto che definisca in modo dettagliato come la farmacia intende organizzarsi e spendere le risorse assegnate per raggiungere gli obiettivi di sistema.

Pare davvero che questi interventi del Legislatore mirino a valorizzare al massimo il futuro ruolo delle Farmacie che sembra, adesso, solo sommariamente delineato ma che potrebbe nel prossimo avvenire stravolgere positivamente il concetto di cura ed assistenza di prossimità, conferendo alla Farmacia il ruolo adeguato e centrale che merita.

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