Godersi la primavera senza starnuti
Godersi la primavera senza starnuti

Godersi la primavera senza starnuti

L’allergia a polvere e pelo d’animale è presente tutto l’anno, mentre quella ai pollini può avere andamento stagionale ed essere circoscritta al periodo di maggiore diffusione del polline incriminato

È cominciata la stagione più temuta da circa il 20% degli italiani: quella delle allergie. In realtà, le cause dell’allergia non sono solo i famigerati pollini, ma possono essere diverse, dal pelo di alcuni animali, alla polvere. Si tratta dei cosiddetti allergeni, sostanze di per sé innocue e normalmente presenti nell’ambiente, negli alimenti o nei farmaci, che in alcune persone vengono riconosciute come corpi estranei dal sistema immunitario e scaturiscono una reazione eccessiva con rilascio nell’organismo di anticorpi e istamina. Siamo di fronte ad una reazione allergica, caratterizzate perlopiù da rinite, rinocongiuntivite, dermatiti da contatto, ma che può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di asma bronchiale o sfociare in reazioni anafilattiche, potenzialmente letali.

L’allergia a polvere e pelo d’animale è presente tutto l’anno, mentre quella ai pollini può avere andamento stagionale ed essere circoscritta al periodo di maggiore diffusione del polline incriminato. Si comincia a Gennaio con i pollini delle Cupressaceae, seguite a ruota da Betulaceae, Parietaria, e fra qualche settimana dalle Graminaceae, diffuse per tutta l’estate insieme alle Asteraceae, fino ad arrivare a novembre con un nuovo picco di pollini della Parietaria. È fondamentale conoscere la distribuzione della diffusione dei pollini per poter agire in prevenzione e preparare il nostro sistema immunitario, ma sicuramente la primavera è la stagione più complessa per la maggior parte dei pazienti allergici.

La manifestazione allergica più tipica è la rinite, una malattia infiammatoria della mucosa nasale, causata dal rilascio di immunoglobulina E (IgE) dopo l'esposizione ad allergeni; è una patologia cronica che sta diventando sempre più comune in tutto il mondo e ha un impatto negativo sul rendimento scolastico, sulla produttività lavorativa e sulla qualità della vita.

Le piante più utilizzate per la terapia sistemica delle allergie, sia come supporto che in sostituzione ai farmaci tradizionali, sono la Boswellia (Boswellia serrata) e la Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), seguite dal Ribes (Ribes nigrum) e dalla Perilla (Perilla frutescens)

Diverse ricerche hanno confermato che gli acidi boswellici presenti nella gommoresina della Boswellia sono dotate di particolari attività antinfiammatorie, con inibizione di 5-lipossigenasi, elastasi e glucuronidasi, enzimi coinvolti nell’infiammazione cronica tipica delle reazioni immunologiche e allergiche. In particolare, la lipossigenasi è deputata alla sintesi di leucotrieni, mediatori dell’infiammazione presenti in varie patologie autoimmuni e infiammatorie croniche, come l’asma bronchiale. Il suo utilizzo come antiallergico è inoltre avvalorato da studi relativi all’acido bowsellico e altri triterpeni per i quali è dimostrata un’attività antagonista del sistema del complemento, ossia quella cascata enzimatica che partecipa al processo di difesa contro le infezioni e che viene attivata anche in caso di contatti con gli allergeni.

La Liquirizia è ampiamente conosciuta e utilizzata per le caratteristiche emollienti ascrivibili ad una componente saponinica, ma ha mostrato in vitro anche attività antiallergica. Secondo studi in vivo e in vitro, la glicirrizzina, la molecola responsabile dell’attività terapeutica, sembra in grado di inibire la reduttasi epatica dei corticosteroidi e di agire in modo indiretto sulla concentrazione di corticoidi: rallenta così la degradazione dei corticosteroidi endogeni, aumenta l’emivita di cortisolo e aldosterone e di conseguenza riduce l’infiammazione. Queste ricerche, sebbene manchino conferme da studi clinici, supportano l’uso tradizionale che da tempo vede nella liquirizia un rimedio d’elezione nei soggetti allergici, con manifestazioni sia a carico dell’apparato respiratorio che di quello cutaneo. Il suo utilizzo potrebbe però portare a effetti ipertensivi, a causa dell’aumento dei mineralcorticoidi, e pertanto va usata con cautela in pazienti in terapia con diuretici, farmaci antiaritmici e donne in gravidanza.

Molto utile nella gestione della prevenzione delle allergie è sicuramente il Ribes nigrum, del quale si utilizzano storicamente le gemme sottoforma di macerato glicerico. Mancano studi definitivi sull’attività delle gemme, ma la frazione degli acidi grassi estratta dai semi ha una spiccata attività antiallergica, ascrivibile in parte all’alta concentrazione della vitamina C e proantocianidine, in parte alla presenza di sostanze steroidee, come il lanosterolo, che conferirebbe un’azione cortisonosimile. Inoltre, sembra ridurre la produzione di istamina e di immunoglobulina E. Il meccanismo proposto per le gemme, ricche di olio essenziale, flavonoidi e glicosidi, sembra essere legato allo stimolo delle ghiandole surrenali, con aumento nella produzione di cortisolo e riduzione dell’infiammazione e dell’iperattività del SI.

Poco conosciuta, ma con un elevato potenziale, la Perilla frutescens è una pianta originaria della Cina che riduce l’infiammazione allergica tramite inibizione dell’enzima lipossigenasi, con conseguente diminuzione della sintesi di immunoglobuline E (IgE) e istamina, inibizione dell’espressione del TNF alfa e delle ciclossigenasi COX2. La perilla è anche ricca di Omega 3-6 che, oltre a regolare il metabolismo glucidico, riducono fattori proinfiammatori come i trombossani, IgE e inibiscono la sintesi dei leucotrieni. A differenza del Ribes, la Perilla può essere utilizzata non solo in prevenzione, ma anche come terapia sintomatica, sia per via orale che topica, e si è dimostrata sicura anche nella popolazione pediatrica.

Negli ultimi anni, complici l’aumento delle temperature e dell’inquinamento, il numero di persone allergiche continua a crescere, così come l’interesse della ricerca per le piante ad attività antiallergica. Conoscere le proprietà e le possibili sinergie delle piante da utilizzare, tenendo bene a mente le eventuali cross-allergie, permette di avere al banco un arsenale di consigli e indicazioni di prodotti fitoterapici, non solo come supporto farmacologico, ma anche come terapia sintomatica e preventiva per rendere più piacevoli le giornate primaverili.


Fonti:

  • E. Campanini Dizionario di fitoterapia e piante medicinali Tecniche nuove ed.    
  • F. Firenzuoli Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci Tecniche nuove ed.

Allergie da pollini aspetti epidemiologici

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