La farmacia dei servizi: quale il futuro e quali gli effetti del Covid?
La farmacia dei servizi: quale il futuro e quali gli effetti del Covid?

La farmacia dei servizi: quale il futuro e quali gli effetti del Covid?

Sono passati oltre dieci anni dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 153/2009, che per primo ha consentito alle farmacie di integrare la tradizionale attività di dispensazione dei medicinali e prodotti sanitari con altre prestazioni, dando il via, almeno formalmente, alla Farmacia dei Servizi

Ma solo con il periodo pandemico da Covid-19, con gli ospedali in emergenza e gli studi dei medici di medicina generale raggiungibili solo tramite contatto telefonico, si è assistito ad una accelerazione concreta della metamorfosi da Farmacia dispensatrice a Farmacia dei servizi.

I nuovi servizi erogabili dalle farmacie a seguito della pandemia Covid-19

La dematerializzazione della ricetta medica, per quanto argomento in discussione da anni, è stata realizzata proprio durante la pandemia, proprio per consentire ai pazienti di continuare le terapie senza dover passare dallo studio del medico. I pazienti ricevono dal medico il Numero di Ricetta Elettronica (NRE) e questo basta per poter ricevere la terapia in farmacia e, per non costringere il farmacista a stampare tutte le ricette, è stato autorizzato di apporre le fustelle su fogli cumulativi. Le ricette elettroniche sono integrate all’interno del fascicolo sanitario elettronico, in particolare nel dossier farmaceutico.

Un altro intervento fondamentale condotto dalle farmacie nella lotta al Covid è stato l’attività di supporto agli Hub vaccinali nella somministrazione dei vaccini anti-Sars-Cov-2 nella popolazione maggiorenne, oltre alla collaborazione per i vaccini antinfluenzali nella popolazione non avente diritto alla prestazione gratuita.

Un punto dolente durante i due anni passati sono state le prestazioni di diagnostica; anche in questo campo si è potuto osservare l’importanza di disporre di presidi sanitari a livello territoriale e anche in questo ambito le farmacie hanno dimostrato la potenzialità di supportare il servizio sanitario. Infatti, sono state il punto di accesso per attività di screening, soprattutto per l’esecuzione dei test antigenici rapidi in grado di identificare i pazienti positivi al Sars-Cov-2. L’esecuzione dei test al prezzo calmierato di 15€, con registrazione degli esiti nel fascicolo sanitario hanno consentito l’identificazione dei positivi; le difficoltà nella gestione di queste prestazioni sono state tali che alcune regioni, come la Lombardia, a fronte di ore di coda per l’esecuzione dei tamponi negli ospedali, non chiedevano la conferma del test eseguito in farmacia per la diagnosi di positività.

Ma non si è trattato solo dell’esecuzione del test. Fino ad allora in farmacia potevano essere eseguiti test di autodiagnosi, effettuati dal paziente con il supporto del farmacista, e senza possibilità di referto. In questo ambito la Legge di bilancio 2021 (L. n. 178/2020) ha introdotto una novità di grande rilievo; infatti ha consentito lo svolgimento dei test intesi a rilevare la presenza anticorpi IgG e IgM e dei tamponi rapidi per la rilevazione di antigeni derivanti dal virus SARS-CoV; il farmacista può quindi effettuare direttamente il prelievo capillare di sangue al paziente, sia nel caso di test ad uso professionale, ed effettuare test che comportano l’emissione di una diagnosi.

La sperimentazione della Farmacia dei Servizi

Quanto successo durante la pandemia ha consolidato e reso attuativo quanto già previsto dalla legge di bilancio del 2018, che aveva avviato una sperimentazione per la remunerazione di numerose prestazioni, dai test di autodiagnosi all’esecuzione di elettrocardiogrammi e Holter pressori, misurazione della pressione arteriosa, spirometria e saturimetria. Nove sono le regioni interessate da tale sperimentazione, tre per l’anno 2018 (Piemonte, Lazio e Puglia), ulteriori tre per il 2019 (Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia), e ulteriori tre per il 2020 (Veneto, Umbria e Campania).

La Conferenza Stato-Regioni del 17.10.2019, nel lasciare autonomia regionale, ha previsto nelle sue Linee Guida i criteri per la partecipazione alla sperimentazione e gli obblighi formativi che dovranno essere assolti, individuando tre tipi di servizi erogabili dalle farmacie:

•      servizi cognitivi, quali la riconciliazione della terapia farmacologica e il monitoraggio dell’aderenza terapeutica, con riferimento a tre patologie (Bpco, ipertensione e diabete), con la condivisione con il medico curante di eventuali problemi riguardanti l’aderenza terapeutica;

•      attivazione, arricchimento e consultazione del fascicolo sanitario;

•      analisi di prima istanza, effettuati anche attraverso servizi di telemedicina, come gli holter pressorio e cardiaco, Ecg, auto-spirometria, e gli screening per il tumore al colon retto.

Questa sperimentazione è stata prorogata con la Legge di Bilancio 2020, che ha previsto lo stanziamento di 25,3 milioni di euro all’anno per il biennio 2021-22 dedicati alla “farmacia dei servizi”, per estendere la sperimentazione di questo programma anche alle Regioni mancanti all’appello.

La nuova remunerazione dei servizi

Con l’approvazione del Documento di Economia e Finanza 2022 (DEF), è stato ulteriormente riconosciuto alla farmacia il ruolo di primo presidio sanitario di prossimità a livello territoriale; a questo riconoscimento è stato associato anche un nuovo metodo di calcolo della remunerazione della dispensazione del farmaco nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale.

IL DEF infatti recita che la nuova remunerazione è intesa a “salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie italiane, a partire dalle zone interne, montane e a più bassa redditività”; L’obiettivo è realizzare una farmacia che sia in grado non solo di dispensare i farmaci, ma che sia a tutti gli effetti “una farmacia dei servizi, un punto di riferimento dove erogare assistenza e servizi”. La pandemia ha infatti dimostrato le criticità di un modello ospedalocentrico e il PNRR punta a ristabilire l’importanza delle cure territoriali.

In conclusione

La farmacia è uno dei settori dove la pandemia, con il suo impatto devastante, ha consentito di mettere in pratica una serie di cambiamenti che prima non si aveva il tempo, il coraggio o anche solo la voglia di attuarli. Le farmacie hanno avuto un ruolo fondamentale nel mantenere operativa una sanità territoriale che ha dimostrato di essere fondamentale in un momento in cui si ragionava sempre più in ottica ospedalocentrica e il ruolo della farmacia nella presa in carico del paziente, anche affetto da patologie croniche sta diventando ufficiale, anche nell’ottica di continuità assistenziale.

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