La fitoterapia in aiuto delle sindromi influenzali: il Pelargonium Sidoides
La fitoterapia in aiuto delle sindromi influenzali: il Pelargonium Sidoides

La fitoterapia in aiuto delle sindromi influenzali: il Pelargonium Sidoides

Una delle maggiori richieste in farmacia durante il periodo invernale riguarda certamente il trattamento di disturbi e patologie legati al sistema respiratorio

Respirazione difficile, mal di gola, notti insonni, fazzoletti sempre a portata di mano: questi i classici sintomi delle malattie da raffreddamento che durante la stagione invernale arrivano a colpire gran parte della popolazione con una media di circa 2-4 raffreddori l’anno.

Le sindromi influenzali e da raffreddamento sono condizioni patologiche acute, che colpiscono ogni fascia di età e la cui eziologia è rappresentata per l’80% da infezioni virali ad opera di diversi virus (virus respiratorio sinciziale, adenovirus, virus parainfluenzali). L’influenza, invece, è determinata da specifici virus influenzali A, B e C della famiglia Orthomyxovirus.

Per queste infezioni respiratorie la terapia è principalmente sintomatica e si impiegano solitamente antidolorifici e FANS, oltre a farmaci antitussivi, decongestionanti e antipiretici in caso di febbre. Ciò che è poco noto, è il ruolo delle piante medicinali nella prevenzione e trattamento delle infezioni virali sempre nel contesto della medicina convenzionale.

Per il trattamento e una più veloce risoluzione di queste sindromi possiamo fare affidamento sul Pelargonium sidoides, una pianta della famiglia delle Geraniaceae che cresce spontanea in alcune regioni del Sud Africa. La sua scoperta risale al 1897, quando il maggiore Charles Henry Stevens fece un viaggio in Sudafrica e si ammalò di tubercolosi. Per guarire si rivolse ad un guaritore Zulu che gli insegnò come fare un decotto delle radici di Pelargonium sidoides.

Una volta guarito e tornato in Inghilterra, Stevens introdusse il pelargonium come medicinale contro la tubercolosi e nel corso dei decenni successivi venne ampiamente utilizzato in tutta Europa. Caduto in disuso con l’avvento degli antitubercolari di sintesi, è stato riscoperto negli anni Cinquanta per le sue proprietà su diverse problematiche respiratorie. È stato approvato dall’EMA come farmaco vegetale tradizionale nel trattamento sintomatico del raffreddore comune e dal 2010 è commercializzato in Italia un farmaco vegetale tradizionale a base di un estratto brevettato EPs® 7630 di Pelargonium sidoides. Viene utilizzato nel trattamento della bronchite, della tonsillo-faringite e della rinosinusite. A novembre 2022, il Ministero della Salute ha avviato una ricerca di informazioni sull’utilizzo alimentare del pelargonio prima del 1997, per rispondere alla richiesta di registrazione come novel food.

La droga, ossia la parte di pianta utilizzata a scopo terapeutico, è rappresentata dalle radici raccolte da piante di quattro anni e ricche di sostanze attive, principalmente polifenoli (proantocianidine A e B, tannini), proteine, carboidrati e cumarine. Secondo quanto riportato nella vigente Farmacopea Europea (Ph. Eur. 11) le radici devono contenere non meno del 2% di tannini espressi come pirogallolo.

L’estratto standardizzato è stato utilizzato in molteplici studi che hanno permesso di valutarne l’efficacia e chiarire il meccanismo d’azione del Pelargonium. L’attività biologica è multitarget e spazia dall’immunomodulazione all’attività antibatterica e antivirale.

La presenza di cumarine, acido gallico e tannini è responsabile dell’azione antibatterica, verso batteri sia Gram positivi che negativi, e immunomodulante sulla produzione di mediatori infiammatori, come il monossido di azoto, da parte dei monociti e macrofagi tissutali. Studi in vitro hanno inoltre dimostrato la capacità dell’estratto di aumentare la produzione di IL-17 e IL-22 da parte dei linfociti T.

La sua azione antivirale è stata descritta in un recente studio sui rhinovirus. Su cellule bronchiali umane isolate da pazienti sani, con asma o con broncopneumopatia cronica (BPCO), l’estratto EPs® 7630, anche a basse concentrazioni, ha inibito l’espressione delle proteine di adesione presenti sulle membrane virali, impedendo la penetrazione del virus nelle cellule, e ha aumentato i livelli di defensine. Sui virus influenzali interagisce invece con l’emagglutinina e le neuraminidasi virali, responsabili dell’internalizzazione virale nella cellula ospite, della sua replicazione e uscita.

Infine, ha un’azione simil-espettorante, legata all’attivazione della mobilità ciliare che favorisce il processo fisiologico di espulsione del muco. Proprio questo meccanismo di attivazione secretomotoria, diverso da quello dei classici antitussivi fluidificanti, lo rende particolarmente sicuro all’utilizzo nei bambini, soprattutto ai primi sintomi di una sindrome influenzale o di tosse catarrosa. L’aumento del muco, infatti, se non accompagnato da corretta escrezione, può rappresentare un terreno fertile per ulteriore proliferazione di batteri e virus.

Gli studi clinici susseguitisi negli anni hanno permesso di confermare non solo l’efficacia, ma anche l’alta tollerabilità di questa pianta, sia negli adulti che nei bambini. Infatti, anche se in Italia è autorizzato a partire dai sei anni, in diversi Paesi europei può essere utilizzato già dai due anni.

Non da ultimo, avendo a disposizione un estratto registrato come farmaco vegetale, la sua sicurezza viene costantemente monitorata grazie al sistema di farmacovigilanza. Ad oggi, gli effetti collaterali riportati sono rari e legati principalmente alla compresenza di patologie renali, epatiche o terapie anticoagulanti, casi in cui quindi, il pelargonio non andrebbe utilizzato.

Alla luce di ciò, possiamo affermare di avere nel Pelargonium sidoides, da solo o in abbinamento ai trattamenti sintomatici, un potente alleato nella gestione delle infezioni respiratorie lievi, caratterizzate dai classici “nasi che colano”, tossi catarrose e sinusiti, per le quali ci viene chiesto un aiuto al banco durante l’inverno.


Fonti:

·       T Brendler, B-E van Wyk A historical, scientific and commercial perspective on the medicinal use of Pelargonium sidoides (Geraniaceae) J Ethnopharmacol. 2008 Oct 28;119(3):420-33. doi: 10.1016/j.jep.2008.07.037. Epub 2008 Aug 3.

·       Mack Moyo , Johannes Van Staden Medicinal properties and conservation of Pelargonium sidoides DC J Ethnopharmacol. 2014 Mar 14;152(2):243-55. doi: 10.1016/j.jep.2014.01.009. Epub 2014 Jan 21.

·       Biagi M. Pelargonium sidoides DC. Meccanismo di azione e uso clinico dell’estratto EPs®7630 per le infezioni respiratorie. Rivista SIMG 2021;28(1):54-57.

·       European Union herbal monograph on Pelargonium sidoides DC and/or Pelargonium reniforme Curt., radix 29 September 2015

·       Neugerbauer et al. A new approach to pharmacological effects on ciliary beat frequency in cell cultures-exemplary measurements under pelargonium sidoides extract (Eps7630), Phytomedicine 12 (2005) 46-51 6-51. doi. org/10.1016/j.phymed.2003.11.005

·       Roth M, Fang L, Stolz D, et al. Pelargonium sidoides radix extract EPs 7630 reduces rhinovirus infection through modulation of viral binding proteins on human bronchial epithelial cells. PloS One 2019;14: e0210702 doi. org/10.1371/journal.pone.0210702

·       Ministero della Salute, Nota prot. n. 0039611-28/09/2022-DGISAN-MDS-P


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