Aderenza terapeutica, quali strumenti per il Farmacista
Aderenza terapeutica, quali strumenti per il Farmacista

Aderenza terapeutica, quali strumenti per il Farmacista

Anche la miglior medicina non funziona se non la si assume

Il farmacista territoriale ha un ruolo fondamentale nell'aumentare e mantenere l'aderenza alla terapia. A questo riguardo non ci sono dubbi. Ma quale ruolo svolge e, prima ancora, cosa si intende con il termine di aderenza terapeutica?

L’aderenza ad un trattamento farmacologico (o compliance) è la misura per la quale il paziente accetta positivamente la prescrizione in base alla durata, dose e frequenza di terapia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’aderenza è definita in maniera più ampia come “il grado con il quale il comportamento di un soggetto – nell’azione di assumere un farmaco, seguire una dieta e/o modificare il proprio stile di vita – corrisponde a quanto concordato con l’operatore sanitario”.

Già leggendo questa definizione, iniziamo a comprendere il ruolo fondamentale del farmacista nell'incrementare l'aderenza terapeutica dei pazienti. Ogni volta, per non dire tutte le volte, che dispensa un farmaco e ricorda all'assistito quando deve prendere la medicina, per quanto tempo, perché è importante che la prenda, sta migliorando l'aderenza del paziente. Spesso si rivolgono al farmacista quelle domande o si sollevano quei dubbi che non si osano esprimere al medico. Il farmacista deve lavorare in sinergia con il medico per mantenere il rapporto di fiducia e questa comunicazione sinergica medico-farmacista diventa fondamentale per evitare delle lacune comunicazionali che possano favorire una minore aderenza terapeutica.

Per poter accettare un trattamento a lungo termine è indispensabile che il paziente sia in grado di comprendere che la malattia e le sue conseguenze sono gravi e reali, che il trattamento che viene proposto avrà degli aspetti benefici in grado di controbilanciare gli eventuali svantaggi ed effetti collaterali, ma soprattutto dovrà assumersi e condividere la responsabilità della terapia e del suo stato di salute.

È importante allora sapere che dopo un anno di terapia meno del 70% dei pazienti assume correttamente la cura e la percentuale scende a meno il 60% dopo due anni.

Numerosi sono le motivazioni per una scarsa aderenza e per ogni motivo sono possibili azioni correttive specifiche.

Lo switch tra medicinale brand e generico, o tra generico di una determinata azienda e quello di un’altra, può essere causa di una scarsa aderenza alla terapia, come dimostrano numerose esperienze che tengono conto delle diverse patologie e delle diverse caratteristiche dei pazienti. Lo switch può essere particolarmente rischioso per i pazienti anziani e per quelli con qualche deficit cognitivo e/o analfabeti, che si aiutano con le caratteristiche della confezione, come il colore della scatola, per memorizzare la terapia.

La scarsa aderenza può anche essere correlata a condizioni psicologiche e diagnosi psichiatriche come ansia, depressione, stress, supporto sociale e capacità emotive. Uno studio italiano che ha valutato l’aderenza alle terapie antidiabetiche in questi pazienti e ha utilizzato come strumento di valutazione dell’aderenza il questionario di Morisky a quattro voci. È stata trovata un'associazione tra compromissione psicosociale, aderenza e spesa sanitaria.

Il questionario di Morisky è facile da somministrare e da valutare. I pazienti con punteggio da 0 a 2 sono considerati non aderenti; quelli con punteggio di 3-4 sono considerati aderenti.

Numerosi sono gli strumenti a disposizione del farmacista per valutare l’aderenza del paziente alla terapia, oltre al questionario di Morisky e a strumenti analoghi. In generale, è possibile definire l’aderenza alla terapia in relazione all’efficacia della terapia stessa. Un’ipertensione non controllata può essere dovuta, oltre che a una terapia sottodosata, a una scarsa aderenza. Ancora più semplice la situazione nel caso del diabete, dove il dosaggio della glicemia e soprattutto dell’emoglobina glicata consentono di avere indicazioni molto precise; l’emoglobina glicata è un marcatore affidabile del controllo glicemico medio negli ultimi 2 mesi, dato che questo dosaggio identifica la percentuale di emoglobina che ha subito un processo di glicosilazione, che l’eritrocita è incapace di produrre nuova emoglobina e che la vita media degli eritrociti è di circa 120 giorni.

Valori elevati di emoglobina glicata sono un chiaro indicatore di un diabete non controllato e la malattia non controllata è a sua volta un indicatore di una mancata aderenza alle prescrizioni, sia come dimenticanza della somministrazione sia come errore nella somministrazione stessa. Nel caso di asma e BPCO, l’aderenza alle terapie riportata è ancora minore rispetto alle altre patologie, in quanto per la somministrazione di farmaci per via inalatoria, oltre al problema della dimenticanza delle somministrazioni, comune a tutte le patologie, si verificano anche frequenti errori nella somministrazione del farmaco e nel corretto uso del dispositivo.

Da quanto detto emerge chiaramente che numerosi sono gli interventi che il farmacista può svolgere per aumentare l’aderenza, dal counseling al paziente all’attenzione e rinforzo in fase di dispensazione, fino ad arrivare a servizi specifici, come l’esecuzione di esami clinico-diagnostici all’interno della farmacia dei servizi e della telemedicina, come il monitoraggio dell’Holter pressorio e la spirometria. Tutte attività che hanno come obiettivo migliorare l’aderenza del paziente e di conseguenza l’efficacia e la sicurezza della terapia.

Bibliografia

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