Campagna “conosciamoci, consapevolmente” per la prevenzione del tumore ovarico
Campagna “conosciamoci, consapevolmente” per la prevenzione del tumore ovarico

Campagna “conosciamoci, consapevolmente” per la prevenzione del tumore ovarico

Obiettivi dell’iniziativa sono: sensibilizzare la popolazione femminile sull’opportunità di sottoporsi regolarmente a controlli ginecologici e portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di accedere alle opportunità terapeutiche in modo uniforme sul territorio nazionale

Ogni anno, in Italia, si individuano circa 5 mila nuove diagnosi di tumore ovarico, che rappresenta circa il 3% del totale dei tumori diagnosticati nel sesso femminile. Il 15-20% dei tumori ovarici diagnosticati è maligno e si manifesta solitamente in donne di età superiore ai 40 anni. La difficoltà di diagnosi del tumore ovarico risiede nel fatto che, soprattutto nelle prime fasi, può essere asintomatico o presentare sintomi molto lievi (gonfiore e dolore addominale, disturbi intestinali, meteorismo e senso di pesantezza allo stomaco), facilmente confondibili con altri disturbi con un conseguente grave ritardo nella diagnosi. A tutt’oggi il 75% dei casi di tumore ovarico viene diagnosticato in stadio avanzato.

Conosciamoci, consapevolmente” è una campagna nazionale di sensibilizzazione e prevenzione del tumore ovarico, che vede impegnate in collaborazione Federfarma e l’Associazione Loto Odv, un’associazione di pazienti nata nel 2013 con lo scopo di informare e sensibilizzare sul carcinoma ovarico. Ad oggi, grazie ad accordi e convenzioni regionali, l’associazione consente alle pazienti di fruire gratuitamente e con un canale preferenziale nella prenotazione, di tutta l’assistenza tecnica, medico-legale e psicologica necessaria durante il percorso di malattia.

Obiettivi dell’iniziativa sono: sensibilizzare la popolazione femminile sull’opportunità di sottoporsi regolarmente a controlli ginecologici e portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di accedere alle opportunità terapeutiche in modo uniforme sul territorio nazionale. Durante l’incontro di presentazione tenutosi a Roma il 20 febbraio scorso, è stata inoltre proposta l’istituzione di un Tavolo interparlamentare, trasversale alle varie forze politiche, focalizzato sulla prevenzione del tumore ovarico.

Il progetto ha preso il via già da settembre 2022 e prevede, dopo questa prima fase di presentazione, la formazione dei farmacisti tramite un corso pensato appositamente per permettere di riconoscere i primi possibili sintomi del tumore ovarico e consigliare i percorsi di screening e prevenzione. La terza fase prevede l’avvio di un progetto pilota dall’inizio di marzo alla fine di maggio 2023 in tre città campione (Roma, Napoli e Rovigo), per poter identificare un protocollo d’azione replicabile in tutta Italia. L’attività in farmacia si avvale anche della collaborazione dell’Associazione Farmaciste Insieme, già impegnata in campagne a favore delle donne vittime di violenza domestica (Progetto Mimosa).

A differenza del tumore alla cervice uterina, strettamente legato all’infezione da virus HPV e facilmente riscontrabile tramite il pap test, il tumore ovarico non è così semplice da diagnosticare e spesso non è rilevabile da test routinari come appunto il pap test, ma richiede test e analisi specifiche.

La diagnosi di tumore ovarico può infatti partire dall’individuazione di anomalie da parte del ginecologo durante la palpazione di utero, ovaie e tube di Falloppio. Da potenziali dubbi emersi durante la visita, il ginecologo potrebbe prescrivere esami più approfonditi come un’ecografia all’addome o una TC pelvica. Uno degli esami più indicativi della patologia in atto è il dosaggio con prelievo ematico del CA 125, un marcatore tumorale riconosciuto per il tumore all’ovaio, che viene rilasciato nella circolazione sanguigna.

Le cause del tumore ovarico, caratterizzato da una degenerazione e proliferazione incontrollata delle cellule ovaricheepiteliali, possono essere complesse da identificare. Tuttavia, sono noti alcuni fattori di rischio che potrebbero favorire la comparsa della neoplasia ovarica, tra cui fattori modificabili che riguardano lo stile di vita (alcool, obesità e dieta ricca di grassi). Altri fattori sono invece legati all’età, a cure ormonali durante la menopausa, all’assenza di gravidanze nel corso della vita e anche a fattori genetici. Si stima infatti che tra il 5 e il 10% di donne con carcinoma dell’ovaio presenta una mutazione genetica a carico dei geni BRCA1 e BRCA2. Alterazioni a carico di questi due geni predispongono all’insorgenza di tumori al seno e alle ovaie: la mutazione non significa automatica certezza di contrarre la malattia, ma conferisce maggior probabilità di sviluppare un certo tipo di neoplasia nel corso della vita. Tale analisi può essere effettuata grazie ad un test genetico effettuato tramite prelievo del sangue e viene sempre proposta a donne che hanno avuto diagnosi di tumore ovarico, in quanto permetterebbe di accedere a programmi di sorveglianza per il tumore mammario nelle pazienti e nelle familiari, e ad avanzate strategie terapeutiche. La presenza di mutazioni patogenetiche BRCA, infatti, conferisce una maggiore sensibilità a farmaci di ultima generazione (chiamati PARP inibitori), un’innovativa opportunità terapeutica per le donne con tumore dell’ovaio. Sebbene risulti molto utile nella gestione della terapia e nello screening familiare per il carcinoma ovarico, il test genetico risulta ancora troppo oneroso e richiede lunghi tempi di risposta per poter essere considerato un valido metodo di screening della popolazione.

Ad oggi non abbiamo quindi a disposizione esami di screening ad ampio spettro per la diagnosi precoce del tumore ovarico. Come affermato dalla Dott.ssa Myriam Perrone, della Ginecologia Oncologica IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, Vicepresidente Comitato Scientifico Loto Odv. Per il tumore ovarico negli ultimi anni si sono registrati importanti novità grazie alla ricerca.

È fondamentale che il farmacista conosca i primi potenziali sintomi e i fattori di rischio al fine di orientare verso il medico, per favorire l’individuazione precoce della neoplasia.

Grazie alla presenza capillare sul territorio e al rapporto di fiducia già instaurato con le pazienti, saranno proprio i farmacisti ad essere il fulcro di questa campagna volta ad offrire ascolto, aiuto e orientamento concreto alle donne. La collaborazione tra farmacie, sedi territoriali di Loto, unità ospedaliere oncologiche e l’Associazione Farmaciste insieme, dovrebbe dunque portare alla creazione di una rete di supporto formata da specialisti e professionalità complementari impegnati nella battaglia contro il tumore ovarico.


Campagna di sensibilizzazione sul tumore ovarico Federfarma - Fondazione Loto Odv. Al via progetto

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